giovedì 16 giugno 2016

La menzogna e la bugia

Alcuni amici blogghisti ci hanno scritto pregandoci di spiegare - se esiste - la differenza che intercorre tra la bugia e la menzogna. I due termini - si chiedono i nostri cortesi interlocutori - non sono sinonimi, vale a dire non hanno press’a poco lo stesso significato? Come mai, per tanto, alcuni preferiscono la bugia alla menzogna? Gentili amici, sarebbe come domandarci per quale motivo taluni preferiscono dire "bello", talaltri, invece, "grazioso". La differenza "sostanziale" - per quanto ne sappiamo - non esiste; esiste, invece quella etimologica, nel senso che "bugia" ha origini barbare, mentre "menzogna" è schiettamente un termine italiano perché i suoi natali sono latini. Probabilmente - a nostro modo di vedere - chi preferisce usare il termine bugia (vocabolo dal "sapore bambinesco") vuole togliere alla parola quel senso di "pesantezza" che ha, invece, la menzogna. Ma, ripetiamo, è solo un nostro modestissimo parere, avvalorato dal fatto che con "bugia" si intende anche quella macchiolina bianca sulle unghie (si dice, infatti, ai bambini che si forma quando dicono le bugie) il cui nome scientifico è "leuconichia". Ma veniamo alla differenza etimologica, cominciando dal nome barbaro. Se apriamo un qualsivoglia vocabolario della lingua italiana alla voce "bugia" leggiamo: asserzione contraria alla verità. La sua origine, come dicevamo, non è squisitamente italiana ma franco-germanica: bauzia ("bausi") che significa "cattiveria", "frode", "malizia". Da bugia è stato coniato il verbo "bugiare" (dire bugie) il cui uso, però, è desueto: molti vocabolari hanno relegato questo verbo nella soffitta della lingua. Sono vivi e vegeti, invece, gli altri derivati: bugiardaggine, bugiarderia (serie di bugie) e bugiardo.
Piú complessa l’origine di "menzogna" (con la "z" aspra, come ci fa notare il DOP) tratta dal tardo latino "mentionia", da "mentiri" (mentire). Ma andiamo con ordine. Dal verbo latino "mentiri", tratto da "mens, mentis" (mente, ‘cervello’), che in origine valeva "fingere con la mente", attraverso vari passaggi sono nate le forme "mentionia" e "mentionéa", quest’ultima piú vicina alla forma attuale italiana. Chi dice una menzogna, quindi, sotto il profilo strettamente etimologico "finge con la mente", fa, insomma, un’ "asserzione contraria alla verità" (ed ecco "scoperta" la somiglianza con la bugia). Quanto alla desinenza "-ogna" (menz’ogna’) o sta per "umnia", come nel latino "calumnia", divenuta "calugna" e italianizzata "calunnia" o come finale aggettivale femminile - sempre dal latino - "-onéa", che si riscontra anche nelle voci dialettali piemontesi come, per esempio, in "ambriac-ogna" (ubriachezza) e in "tisic-ogna" (tisichezza).
Con "bugia" - è interessante - sono state coniate varie locuzioni. Si veda qui.

 

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