domenica 29 novembre 2015

Andare a spianto

Cortese dott. Raso,
 il suo blog è veramente una fonte inesauribile di curiosità linguistiche oltre che di "lezioni" di lingua italiana. L'ho scoperto per caso e l'ho navigato in lungo e in largo apprendendo cose che, come spesso lei usa dire, non tutti i sacri testi grammaticali riportano come, per esempio, il plurale di "ambo".  Le scrivo per conoscere l'origine di un modo di dire perché nessun testo consultato ha saputo "rispondermi". L'espressione è "andare (o mandare) a spianto" che, come si sa, significa versare in cattive condizioni economiche.  Cos'è questo "spianto", dunque? Grazie infinite se avrà la cortesia di rispondermi e ancora complimenti per il suo impegno nel divulgare il buon uso della lingua italiana.
 Giuseppe B.
  Ravenna

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Gentile Giuseppe, per quale motivo non dovrei risponderle (soprattutto dopo i complimenti che ho ricevuto. Scherzo, naturalmente)? La locuzione, dunque, come lei ha anticipato, si riferisce a una persona che cade in miseria. È tratta dal verbo "spiantare",  che significa "sradicare, estirpare un albero" dal terreno e un albero "spiantato", ovviamente, non può dare piú frutti. In senso figurato, quindi, la persona che è andata a spianto è stata "sradicata" dalla agiatezza, non può piú godere, quindi, di "frutti economici".

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La parola del giorno (di ieri) dello Zingarelli, "stufare", ci ha richiamato alla mente un nostro vecchio intervento che riproponiamo.

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