venerdì 24 aprile 2015

Essere giú di corda

Questo modo di dire - di uso prettamente familiare - si adopera allorché si vuole mettere in evidenza uno stato di "abbandono psicologico": «Lasciamo stare, Mariella, sono giù di corda; mio figlio, nonostante i miei sforzi per aiutarlo, non è riuscito a prendere quel benedetto "pezzo di carta" e ora, con molta probabilità, dovrà partire per il servizio militare (quando era obbligatorio) e non so se, una volta terminata la leva, avrà ancora la voglia e la pazienza di riprendere gli studi interrotti. Sono proprio avvilito». "Essere giù di corda" significa, quindi, essere avviliti, abbattuti, "esser vuoti dentro" e non avere la forza di agire o reagire. Ma cosa ha che vedere la corda con la suddetta locuzione? Semplicissimo. Si tratta - come avviene spesso per i modi di dire - di un traslato. La corda, infatti, è quella che serviva (serve?) per dare la carica agli orologi a contrappeso. Quando questo (e la corda che lo regge) si trovava in basso l'orologio era scarico e per farlo funzionare nuovamente occorreva "tirar sú " la... corda.

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La parola proposta da questo portale: ranco.

6 commenti:

Osvaldo ha detto...

Egregio "dott." Raso,
lei predica bene ma razzola male, malissimo: da quando in qua la preposizione 'su' si accenta? Se avessi accentato il 'su' quando andavo a scuola il mio insegnante mi avrebbe messo dietro la lavagna...

Fausto Raso ha detto...

Caro Osvaldo,
la "legge grammaticale" consente di accentare il "su" quando è in funzione avverbiale per distinguerlo dal "su" preposizione.
«Non c'era che da tirar sú lo sportello della gabbia più piccola» (L. Pirandello).
Se avesse accentato il "su" avverbio, ai tempi della scuola, caro amico, non avrebbe commesso alcun errore.

Marino ha detto...

Per SU si veda qui:

http://www.accademiadellacrusca.it/it/lingua-italiana/consulenza-linguistica/domande-risposte/vademecum-sullaccento-indicarlo-pronunciarlo

Fausto Raso ha detto...

Gentile Marino,
il "Salvaitaliano" di Della Valle e Patota non dice che è errato accentare il "su" avverbio, dice che "è meglio" non accentarlo. Se si accenta, comunque, non si commette alcun errore ortografico.
FR

Marino ha detto...

Non sono d'accordo, ma è inutile controbattere; lei pretende di aver sempre ragione.

Fausto Raso ha detto...

Cortese Marino,
non è nel mio costume pretendere di avere sempre ragione (sarei arrogante e presuntuoso, termini che non mi appartengono). Ho scritto e lo ribadisco che - secondo le leggi grammaticali - SI PUO' accentare il su avverbiale (chi lo accenta, dunque, non commette alcun errore).
Luca Serianni (linguista che va per la maggiore) scrive che è "superfluo invece l'accento sull'avverbio sù (per distinguerlo dalla preposizione: il contesto risolve ogni dubbio)".
Superfluo non significa ERRATO. O sbaglio?