venerdì 2 gennaio 2015

Cin cin

Il ragionier Bronzini non era più sé per la gioia: il primo dell’anno avrebbe avuto ospite il direttore generale con la consorte; sarebbe stata la grande occasione della sua vita; l’illustre presenza avrebbe significato per lui il prosieguo di una prestigiosa carriera; ci teneva, dunque, a fare bella figura. Aveva preparato, per l’occasione, un solenne discorso che avrebbe pronunciato durante il brindisi: «Illustrissimo signor Direttore, gentilissima Signora, come usava Cincinnato levo in alto il bicchiere e dico cin-cin; auguro a Lei e alla Sua cortese Signora cento di questi capidanno...».
Fortunatamente il figlio si accorse, durante le "prove", delle sciocchezze che avrebbe detto il padre e lo salvò da una figura caprina. Cin cin non ha nulla che vedere con... Cincinnato (per la spiegazione si veda in calce), mentre per quanto attiene a capidanno due parole due sulla formazione del plurale delle parole composte con capo (come capodanno, appunto). 
Occorre dire, subito, che non esiste una regola, bisogna affidarsi al buon senso. Si può stabilire – in linea generale – una norma secondo la quale quando capo ha il significato di ‘comandante’ prenderà la forma plurale e resterà invariato il sostantivo che segue: il capostazione (il comandante della stazione), i capistazione; il capotreno, i capitreno; il caporeparto, i capireparto. Nella forma femminile restano invariati: la caporeparto, le caporeparto; la caposala, le caposala. 
Quando capo, invece, ha il significato di "primo", "principale" resterà invariato e prenderà il plurale il secondo elemento, vale a dire il sostantivo che segue; il capolavoro (lavoro principale), i capolavori; il capoluogo (luogo principale), i capoluoghi; il capocuoco (il "primo cuoco”), i capocuochi. Il capodanno, quindi, essendo il "primo giorno" dell’anno, farà il plurale capodanni. 
Un discorso a parte per quanto riguarda il caporedattore che può seguire l’una e l’altra regola o tutte e due contemporaneamente: i capiredattore, i caporedattori e i capiredattori. La cosa più semplice, però, è posporre capo lasciandolo invariato e staccato: redattori capo. Questa “regola” sarà bene applicarla soprattutto quando si tratta di redattori al femminile: redattrice capo, redattrici capo.
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Cin cin, dicono i vocabolari, è un’"espressione augurale che ci si scambia al momento del brindisi facendo urtare leggermente i bicchieri". Cominciamo con il dire, intanto, che la grafia corretta è senza il trattino (cincin) o due distinte parole (cin cin).
L’origine è “sinobritannica”. Il nostro ‘cincín’, dunque, non è una voce onomatopeica - come taluni credono - vale a dire il “suono” che emettono due o piú bicchieri quando si urtano, bensí l’adattamento nella nostra lingua dell’espressione inglese “chinchin”, a sua volta adattamento del pechinese ch ‘ing ch ‘ing, forma variata del cinese ts ‘ing ts ‘ing (‘prego prego’). Si tratta, insomma, di un’espressione augurale cinese, di un ossequio in cui la ripetizione accentua la “forza augurale”. 

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