giovedì 26 dicembre 2013

Intravedere: una sola 'V'

Il linguista Aldo Gabrielli scrive, nel suo “Il museo degli errori”, a proposito del verbo “intravedere”:
«Questo verbo si vede scritto ora con una sola v, ora con due: “Non riuscii a intravederlo”, “L’ho appena intravvisto”. Qual è la forma corretta? Sempre e soltanto con una v: intravedere, intravisto. (…) Molti prefissi, è vero, richiedono il raddoppiamento, come fra, sopra, contra,  ecc.  e abbiamo infatti  frapporre, soprassedere, contraddire.  
Ma intra è proprio uno di quei prefissi che non vogliono il raddoppiamento; quindi, sempre intramezzare, intramettere, intraprendere e di conseguenza anche intravedere, intravisto. Non è eccezione intravvenire, come potrebbe a tutta prima sembrare, perché   il verbo non è un composto di intra e venire ma di intra e avvenire,  e non è neppure eccezione intrattenere, che è composto non già di intra e tenere ma di in e trattenere».
I revisori del suo vocabolario, naturalmente, lo smentiscono e attestano “intravvedere” variante di intravedere.
Non abbiamo parole…

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La parola che proponiamo oggi è: incatorzolire (incatorzolirsi). Si dice di frutti che non sviluppandosi completamente si induriscono. Si adopera anche in senso figurato con il significato di "intristirsi" o "ingalluzzirsi".


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