lunedì 16 settembre 2013

«Subire letteralmente»

Molti giornalisti e scrittori usano infarcire i loro scritti di avverbi terminanti in “-mente”, quasi questi ultimi fossero un condimento indispensabile per insaporire le idee che mettono su carta. Tra gli avverbi, il piú adoperato e, linguisticamente, il piú logoro è, senza ombra di dubbio, «letteralmente» che, come fa notare il vocabolario Devoto-Oli, “sottolinea la particolare intensità o assolutezza di una condizione». Chi non ha mai letto frasi del tipo “era letteralmente morto per la stanchezza”? Con l’avverbio letteralmente si vuole mettere in evidenza, appunto, la “particolare intensità” della stanchezza. È necessario osservare, però, che il significato proprio dell’avverbio in questione è nel “senso letterale” del termine, seguito, per tanto, da un aggettivo metaforico scancella il senso metaforico stesso. A nostro modesto avviso, quindi, c’è una palese contraddizione “interna” che deve essere assolutamente eliminata. Come? Semplicissimo. O si toglie l’avverbio (letteralmente) o si elimina la metafora: era morto per la stanchezza (morto in senso metaforico, per l’appunto). Colui che è letteralmente morto per la stanchezza non abbisogna di una comoda poltrona, sibbene di un impresario di onoranze funebri che scelga per lui una comoda bara, eventualmente rivestita di raso. Scherzi a parte, non vi sembra che di questo “letteralmente” se ne possa fare… letteralmente a meno?  E che dire del verbo “subire”, anche questo usato in tutte le salse da giornalisti e scrittori? Subire, sarà bene ricordarlo, significa – come recitano i vocabolari – “sopportare” e, generalmente, si sopporta qualcosa di spiacevole, di increscioso. Usarlo nel senso di “incrementare” –  come ci capita di leggere e di sentire spesso – ci sembra una piccola “grande” sciocchezza: le vendite di quel prodotto hanno subito un aumento notevole. Pedanteria? A voi la risposta, gentili amici amanti del bel parlare e del bello scrivere.

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La parola del giorno (segnalata dal titolare di questo portale): suntuario (da non confondere con santuario).  Il termine indica tutto ciò che è relativo allo spendere. Presso i nostri antenati latini, le leggi cosí dette suntuarie avevano lo scopo di moderare, di frenare le spese smoderate dei ricchi per cose lussuose o per banchetti esageratamente abbondanti.

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