domenica 15 luglio 2012

Dimenticare e scordare






L’uomo dimentica. Si dice che ciò è opera del tempo; ma troppe cose buone, e troppe ardue opere, si sogliono attribuire al tempo, cioè a un essere che non esiste. No: quella dimenticanza non è opera del tempo; è opera nostra che vogliamo dimenticare e dimentichiamo.

Questo pensiero di Benedetto Croce ci ha fatto venire alla mente, per analogia, il verbo ‘scordare’, che quasi tutti adoperano, indiscriminatamente, come sinonimo di dimenticare. Attenzione: sinonimo non vuol dire ‘uguale’, ‘identico’; una parola non può mai essere identica a un’altra. Sinonimo, dal greco ‘synònymos’, si dice di un vocabolo che, piú o meno approssimativamente, esprime il medesimo concetto di un altro vocabolo. Sinonimia, insomma, non è… sinonimo di identicità. I due verbi, quindi, a nostro modesto avviso, non si possono adoperare indifferentemente, ma secondo le varie sfumature di significato. E qui ci viene in aiuto l’etimologia, che – come si sa – è quella parte della linguistica che studia la derivazione delle parole di una lingua. E proprio da quest’ottica dimenticare e scordare hanno significati diversi: il primo vale ‘allontanare dalla mente’; il secondo ‘allontanare dal cuore’. Non si dice, infatti, che il primo amore non si scorda mai? Nessuno, crediamo, direbbe che il primo amore non si ‘dimentica’, proprio perché – come recita il verbo scordare – quell’amore non è mai stato allontanato dal fondo del cuore.
Dimenticare, dunque, è il latino tardo ‘dementicare’, composto con

il prefisso 'de-' – indicante allontanamento – e il sostantivo ‘mens, mentis’ (mente). Scordare, invece, è tratto da ‘recordare’, piú precisamente da ‘ricordare’, col cambio del prefisso ‘ri-‘ (di nuovo, ritorno) in ‘s-‘ per indicare allontanamento e ‘cor, cordis’ (cuore). I ricordi, infatti, che cosa sono se non i ‘ritorni nel cuore’? Coloro che vogliono parlare e scrivere bene diranno, dunque, che hanno ‘dimenticato’ gli occhiali a casa e che hanno ‘scordato’ le poesie che avevano imparato. Le poesie non ‘entrano’ nel cuore? Si scordano, quindi, non si dimenticano. In un certo senso si potrebbe dire, dunque, che le cose spirituali si scordano, le cose fisiche si dimenticano (ho ‘scordato’ la canzone; ho ‘dimenticato’ le chiavi). Alcuni vocabolari sostengono che «scordare ha gli stessi significati e gli stessi costrutti sintattici di “dimenticare”, rispetto al quale è d’uso piú popolare». Dissentiamo totalmente, pur prendendo atto del fatto che nell’uso non c’è distinzione alcuna fra i due verbi. Come è nata, allora, la confusione? Probabilmente perché anticamente il cuore era considerato la sede della memoria.

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Si è svolto recentemente, presso la Camera dei deputati, promosso dalla Società "Dante Alighieri", un convegno su Lingua, Immigrazione, Integrazione. Si veda questo collegamento:

http://webtv.camera.it/portal/portal/default/Presidente/Dettaglio?IdEvento=5131

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