lunedì 9 maggio 2011

"Vicino a", la sola forma corretta


Dalla rubrica di lingua del quotidiano la Repubblica in rete:
Luca scrive:
Si scrive “Vicino a Roma” o “Vicino Roma”? Il complemento di stato in luogo comprende anche “vicino”, usato come avverbio? Grazie
linguista scrive:
Sono corrette entrambe le espressioni: nel primo caso (vicino Roma) vicino è una preposizione impropria, cioè una parola che primariamente è un avverbio, ma che può trovare impiego anche come preposizione (per formare un complemento di luogo, in questo caso). Nel secondo caso (vicino a Roma) ci troviamo dinanzi a una locuzione preposizionale, cioè a un insieme di parole che svolgono la funzione di una preposizione. In assoluto questa seconda forma è più frequente, anche perché vicino, come proposizione impropria, non può essere usata con tutti i sostantivi. P. es., posso dire mi trovo vicino Roma ma non *sono seduto vicino mio fratello; in questo caso dovrò usare, piuttosto, la locuzione preposizionale: sono seduto vicino a mio fratello.
Nel fare l’analisi logica di una frase come mi trovo vicino (a) Roma, il complemento di stato in luogo comprende ovviamente tanto il sostantivo quanto la preposizione (o la locuzione preposizionale) che lo precede: vicino (a) Roma.
Francesco Bianco
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Ci spiace dissentire dal linguista, non sono corrette entrambe, la seconda è errata. La preposizione "vicino" si costruisce OBBLIGATORIAMENTE con la preposizione "a" (vicino a): vicino a Roma.
In proposito si veda questo collegamento: http://www.treccani.it/magazine/lingua_italiana/domande_e_risposte/grammatica/grammatica_136.html e quanto scrive anche il linguista Aldo Gabrielli: «Bisogna dire, per esempio, “sono stato in vacanza in un paese vicino a Napoli” o è preferibile dire “in un paese vicino Napoli”, cioè senza la preposizione ‘a’? Vicino ‘a’ Napoli, vicino ‘a’ Milano, vicino ‘alla’ casa, vicino ‘a’ te, sono queste le forme prescritte dalla grammatica; cioè la locuzione prepositiva corretta è “vicino a”. Si incontrano, è vero, anche presso qualche scrittore, esempi come questi: “Abitavamo vicino Roma”, “vicino casa avevamo un’officina”, ma si tratta di un uso regionale che è meglio non seguire. In passato si diceva anche ‘vicino di’: “Stavamo vicino di San Frediano”, ma ora si incontra solo in qualche dialetto».


Ancora.

Vicino Roma / vicino a Roma
Per chiarire questo dubbio ricorrente nei nostri lettori, riportiamo la risposta di Luca Serianni pubblicata nel numero 30 della Crusca per voi (aprile 2005):
«L’alternativa è tra aggettivo, quindi concordato col sostantivo a cui si riferisce, e tra locuzione preposizionale (vicino a, lontano da), invariabile in numero, genere e grado: è dunque errato dire «più vicino a quelle occidentali», con un comparativo possibile solo con aggettivi e avverbi. Di là da questo caso specifico, l’italiano offre da sempre possibilità di scelta, con una certa preferenza (non con l’obbligo) per l’aggettivo in presenza della copula: «abito in una città vicino a Roma» / vicina a Roma»; «Tivoli è una città vicina (ma anche vicino) a Roma». Per documentare l’antichità dell’alternativa, basteranno alcuni esempi dei secoli XIII-XVI, attinti dal serbatoio della LIZ (Letteratura italiana Zanichelli, a cura di P. Stoppelli e E. Picchi, Bologna 20014). Con l’aggettivo: «Pisa è vicina a Firenze a miglia XL» (Compagni), «altre frontiere vicine a quel luogo» (Villani), «la placata dea, ch’era lontana / da lor benivolenza» (Alberto della Piagentina), «imperò che [questi uomini] non sono molto lontani da terra» (Manerbi). Con la locuzione preposizionale: «nelle città vicino a loro vista» (Villani), «in una sua villa quattro miglia vicino a Roma» (Boccaccio), «da una parte della sala assai lontano da ogni uomo con la donna si pose a sedere» (Boccaccio), «ad Aversa, dieci miglia lontano da Napoli» (Vasari).
Quel che è certo è che non si può usare il solo vicino con funzione di locuzione preposizionale: sono da evitare, benché alquanto diffusi persino nei giornali, vicino Roma, vicino casa (recte: «vicino a Roma», «vicino a casa»).»

***

Nel Glossario di Giuseppe Patota, alla voce vicino, si legge: «[...] il vocabolo vicino ha tre valori diversi: § 1. sostantivo («il vicino di casa»); § 2. aggettivo («l'appartamento vicino al mio»); § 3. avverbio di luogo («qui vicino c'è una farmacia» [...]). Non può essere usato come preposizione [...], ma può formare la locuzione preposizionale vicino a: vicino a Roma (il costrutto *vicino Roma, che pure è frequente specie in certe regioni, non è grammaticalmente corretto)».


3 commenti:

In.Somma ha detto...

Gentile Dottor Raso,
mi congratulo con Lei per il minuzioso lavoro di ricerca condotto per chiarire questo "dilemma" della lingua italiana. Si tratta, in realtà, di un "dilemma" fittizio: mi permetta, dunque, di sottolineare che la forma "vicino Roma", "davanti casa", ..., sono espressioni prevalentemente dialettali che non corrispondono al corretto uso della lingua.
Grazie per l'attenzione.
Cordialità

Unknown ha detto...

È corretto dire: " Lo starti vicino?"

Fausto Raso ha detto...

Gentile Mariapia,
nessuna legge grammaticale vieta tale costrutto.
FR