sabato 7 maggio 2011

Un' «anarchia linguistica»


Ci spiace immensamente dover parlare male di alcuni vocabolari - e forse ci ripetiamo - anche perché conosciamo benissimo la “fatica” che comporta la loro compilazione. Ma sappiamo altrettanto bene che i “fruitori” della lingua hanno bisogno di notizie chiare, precise e non debbono essere “ingannati” da certi dizionari che riportano i famosi “ma anche”… come nel caso del plurale dei nomi in “-logo”: astrologi e astrologhi.
Come dicevamo moltissimi vocabolari ammettono, appunto, entrambe le forme: “-gi” e “-ghi”; non siamo assolutamente d’accordo, una “regola” ci sarebbe e andrebbe rispettata.
Per non creare ulteriore confusione mettiamo da parte i sostantivi in “-logo” e occupiamoci dei nomi in “-co” e “-go” (nei quali sono compresi anche quelli in “-logo”).
Se i predetti sostantivi hanno l’accentazione sulla terzultima sillaba (accento che si “legge” ma non si segna), ossia se sono parole cosí dette sdrucciole, faranno il plurale in “-ci” e “-gi”: canonico, canonici; astrologo, astrologi. Se, invece, sono parole piane, hanno cioè l’accento tonico sulla penultima sillaba, faranno il plurale in “-chi” e “-ghi”: buco, buchi; mago, maghi.
Non mancano, naturalmente, delle eccezioni a questa “regola”, basti pensare ad “amico” che pur essendo una parola piana fa il plurale “amici” e non “amichi”; oppure al “valico” che fa “valichi” e non “valici”.
Con queste noterelle abbiamo voluto mettere in evidenza la possibilità di una “regola” che nella maggior parte dei casi si può trovare e i vocabolari dovrebbero essere tutti concordi, dando cosí alla lingua quella “omogeneità” di cui abbisogna e allontanare lo spettro dell’ “anarchia linguistica”.

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