lunedì 7 marzo 2011

Corbellerie...


L’argomento, ci sembra, è stato trattato sul “Cannocchiale”. Se è cosí, ci scusiamo per la “ripetizione”. Lo riproponiamo per coloro ai quali fosse sfuggito, ma soprattutto perché la corbelleria di cui parliamo è dura a morire.

Dunque, cos’è una corbelleria? Tutti lo sappiamo: una sciocchezza, una stupidaggine, uno sproposito, un atto o parola da sciocco, un errore grossolano e via dicendo. Come la corbelleria riportata da alcune grammatiche - e fatta propria da certi insegnanti - sul corretto uso della congiunzione “dunque”. Le grammatiche sostengono - a spada tratta - che “dunque” essendo una congiunzione deve ‘congiungere’, appunto, due proposizioni ed è adoperata correttamente solo se serve per concludere (un discorso) o per trarre una conseguenza: glie l’ho promesso, ‘dunque’ non posso esimermi. Corbellerie, corbellerie. Dunque pur essendo una congiunzione si può adoperare benissimo - ed è un uso correttissimo - all’inizio di una frase o di un periodo quando si vuole riprendere un discorso interrotto, anche se è trascorso molto tempo dall’... “interruzione”. E nel nostro caso, cortesi amici, il ‘dunque’ con il quale s’iniziano le nostre noterelle è la “conseguenza” del titolo. Gentilissimi amici, vi rinnoviamo l’invito a consultare - in caso di dubbi - grammatiche non redatte da illustri sconosciuti, che farebbero di tutto per poter pubblicizzare le loro “opere” comodamente seduti nei vari salotti televisivi. Mai la cultura, quella con la “C” maiuscola, è scesa cosí in basso! Ma tant’è.
E torniamo alla corbelleria i cui natali non sono certamente nobili. Il termine, infatti, è il derivato di corbello, cioè di cestino e attraverso un processo semantico (e potremmo dire anche per somiglianza) ha acquisito l’accezione eufemistica di “coglione” (si perdoni la volgarità, ma la lingua è fatta anche di queste cose) e gli organi genitali, chissà perché, nell’opinione popolare sono sinonimo di stupido, di sciocco. Possiamo benissimo rivolgerci a una persona sciocca, quindi, apostrofandola con un “sei un bel corbello”, cioè uno stupido. E in questa accezione abbiamo anche il femminile “corbella”: Giovanna, sei proprio una corbella!
Corbelleria, dunque, nel significato di “cosa fatta o detta per leggerezza, senza pensare alle conseguenze” è un termine adoperato anche dal principe degli scrittori, il Manzoni, il quale scrive: «Alle volte una corbelleria basta a decidere dello stato d’un uomo per tutta la vita». Ma non basta. Il corbello, nel significato di sciocco, ha partorito il verbo - poco conosciuto e di uso popolare - “corbellare”, vale a dire ‘beffare’, ‘canzonare’, ‘prendere in giro’, ‘ingannare’. In questa accezione abbiamo due bellissimi esempi, rispettivamente del Giusti e del Nievo: «Seguitando a corbellar la fiera, Verrà la morte, e finiremo il chiasso»; «Balzava a sedere sul letto dandomi dei grandi scappellotti e godendo di avermi corbellato col far le viste di dormire».


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Nominativo - questo termine, propriamente, sta per "elenco contenente piú nomi". Ne sconsigliamo decisamente l'uso in luogo di "nome". Diremo, correttamente, che le forze dell'ordine hanno preso i "nomi" dei fermati e hanno dato i "nominativi" all'autorità giudiziaria.

4 commenti:

Anonimo ha detto...

Caro "dr" Raso,
la questione del "nominativo" è una delle tantissime corbellerie che si trovano in questo blog.
Saluti

Fausto Raso ha detto...

Carissimo anonimo "coraggioso",
se scrivo corbellerie perché continua a leggermi?
Per ridere? Se è cosí, sono felice di allietare le sue giornate.
Buon divertimento.
FR

Fausto Raso ha detto...

Dimenticavo, anonimo coraggioso,
mi legga pure e rida, ma non mi scriva piú. Casserò tutti i commenti anonimi.

Anonimo ha detto...

Gentilissimo Dott. Raso,
come frequentatore di questo preziosissimo e insostituibile blog, le chiedo scusa per l'ignoranza crassa dell' "anonimo coraggioso" e la invito caldamente a continuare a "propinarci"... corbellerie.
Un ossequio
Luigi da Genova