venerdì 11 marzo 2011

«BeQQuadro»? Correttissimo




Un gentile blogghista di Taranto, che desidera conservare l’anonimato, ci chiede chiarimenti circa la corretta grafia di un segno musicale, il “bequadro”. Il nostro interlocutore si è imbattuto, recentemente, nella variante grafica “beqquadro” non registrata da buona parte dei vocabolari (compreso il “suo” Palazzi) in quanto - secondo tutti i linguisti e i grammatici - la sola parola con la doppia “q”, in italiano, è “soqquadro”. “Beqquadro” - si domanda e ci domanda il lettore - sarebbe termine ortograficamente errato? No, gentile amico, solo desueto. Ed è per questo motivo che viene “snobbato” da quasi tutti i vocabolari. Prima di addentrarci nel merito della questione, vediamo il significato che i dizionari danno al termine in oggetto: «Un segno che, posto davanti a una nota precedentemente alterata, la riporta al suo stato naturale». Sotto il profilo prettamente etimologico la voce è composta con “be”, antico nome della nota musicale “si”, e “quadro” in quanto a differenza del “bemolle”, rappresentato con la parte destra tonda, questo l’aveva quadrata. Questo segno, insomma, somigliante a una “b” quadrangolare, ‘distrugge’ l’effetto del diesis e del bemolle. Quanto all’antica grafia con la doppia “q” (si diceva «beqquadro» o «biqquadro») è dovuta al fatto che si tendeva a rappresentare graficamente la pronuncia “forte” della consonante “q”: beqquadro. Oggi i vocabolari privilegiano la grafia con una sola “q”, anche se quella con la doppia non può essere considerata un errore. Leggiamo dal vocabolario “Treccani”:


«Bequadro (o beqquadro; ant. biquadro) s. m. [comp. del nome della lettera b (be) e quadro, perché il b quadratum (o b durum), b di forma quadrata, nella notazione medievale indicava il si naturale, mentre il b rotundum (o molle), b di forma rotonda, indicava la stessa nota abbassata di un semitono]. – Segno del sistema moderno di notazione musicale (♮), la cui funzione è di annullare l’effetto del bemolle e del diesis, sia quando questi segni musicali alterano accidentalmente una nota, sia quando, posti in chiave, indicano una sistematica trasposizione di suono. L’effetto del doppio bemolle e del doppio diesis si annulla, normalmente, col doppio bequadro (♮♮)».

Concludendo, cortese amico, può scrivere tanto bequadro quanto beqquadro e se privilegia quest’ultima grafia nessuno potrà tacciarla di ignoranza.

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