lunedì 10 maggio 2010

La briffalda



Tra le parole da salvare della nostra lingua metteremmo “briffalda”, anche se di origine non schiettamente italiana, ma francese. Chi è questa briffalda? È una donna di malaffare. Ai nostri orecchi il termine sembra “piú gentile” di prostituta, di meretrice e di peripatetica. Ottorino Pianigiani ci “spiega” come si è giunti dall’antico francese “brifaut” (‘ghiottone’, ‘avido’) all’accezione di donna dai facili costumi: http://www.etimo.it/?term=briffalda .

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Due parole su un verbo che - a nostro modesto modo di vedere - molto spesso è adoperato, soprattutto dai cosí detti mezzi d’informazione, a sproposito: subire. Il significato proprio di questo verbo è “sopportare”, “ricevere qualcosa di avverso, di sgradito”: Giulio, finalmente, ha finito di subire le angherie di certi amici. Ci viene da sorridere, quindi, quando sulla stampa leggiamo frasi tipo “la produzione ha subíto un leggero rialzo”. Il rialzo si “sopporta”? Ancora. Visto il significato passivo del predetto verbo non si dica o si scriva “subire passivamente”.
http://www.etimo.it/?term=subire&find=Cerca









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